All'alba dei tempi la vite non produceva grappoli d'uva ma si limitava ad essere una pianta ornamentale, come tante altre.
In un piccolo orto di un villaggio di campagna
cresceva una bella vite, ricca di rami e di foglie.
Questa magnifica pianta riceveva in abbondanza
la luce del sole e ne traeva un grande beneficio.
I rami della vite si allungavano sempre di più sopra le altre piante coltivate nell'orticello, coprendoli però con la loro ombra.
Questo preoccupava molto il contadino, che pensava: "Anche le altre piantine hanno bisogno di sole, devo potare i rami della vite".
In un giorno grigio e nuvoloso, il contadino tagliò con energia i rami più lunghi della bella pianta ornamentale e tolse le foglie più grandi dagli altri rami.
La vite ne soffrì moltissimo e pianse.
Quando scese la sera,
un usignolo si posò delicatamente
sopra un ramo della vite e
cominciò a cantare per confortarla.
Il canto era così dolce,
che la pianta cominciò a sentire
una sensazione di benessere.
Le sue lacrime si impregnarono di dolcezza
e rimasero lì, sui rami, come piccole perle.
La notte lentamente lasciò il suo posto
alle prime luci dell'alba,
e il sole cominciò ad avvolgere la vite
con i suoi raggi tenui e tiepidi.
Allora, come per incanto,
la pianta sentì scorrere in sé una linfa nuova.
Le sue lacrime, belle come perle,
cominciarono a trasformarsi in piccoli frutti:
Nacquero così i primi chicchi d'uva,
che il vento d'autunno riunì in grappoli succosi.
Il sole a poco a poco li maturò e completò il prodigio dell'uva...